DOLCE PIEMONTESE DI MELE E AMARETTI




Un giorno mi trovavo ad un allegro ritrovo di dilettanti pittori come me, ospiti presso la villa di una di noi più fortunata che ha, appunto, la fortuna di avere magione sulla bella collina di Torino, a Pino Torinese, in un'ampia villa con amplissimo giardino, tale da sembrare un parco, e dove appunto, ogni anno, la fortunata ospita un raduno di pittori dilettanti o sedicenti tali.

E, come si sa, dove c'è un ritrovo in mezzo alla natura formato da più di due persone, c'è sempre immancabilmente del cibo. Molto cibo.

Quando ero...un po' più giovane, apprezzavo molto questi cibi manufatti da casalinghe improvvisate o professionali, mamme di famiglia o impiegate part time, e mi gettavo con avidità sulle immancabili torte di mele casalinghe mischiate alle più famose torte del Mulino Bianco, anche quelle onnipresenti, melanzane ripiene, tramezzini con pane fatto in casa e salame del supermercato, krapfen caserecci, quiches di tutti i tipi..anzi, no, ho sempre detestato le quiches, viste da me veramente come torte svuota frigo. Ora invece non più. Forse con l'età si diventa schifiltosi, forse lo si è sempre stati , non so, ma quando vedo tirare fuori quei tristissimi pacchettini di carta argentata da cui sbucano frittate di ogni tipo, le odiate quiches, tristissime torte di mele dalla consistenza di una spugna, crostate che andrebbero bene a tirare dietro al peggior nemico, una pungente malinconia mi attanaglia il cuore. Ed è con questo spirito che, al suddetto raduno, partecipai al pranzo, ingozzando, "obtorto collo" tutte le delikatessen fatte dai presenti, me inclusa, con un anonimo pane alle olive fatto nella macchina del pane. E quindi, dopo aver ingollato tutto da brava, ecco che arriva il dolce. Ovviamente erano presenti non una ma ben due torte di mele modello spugna/caki non maturi; e come se non bastasse, in una tristissima vaschetta di alluminio, coperto da una pellicola anch'essa di alluminio, sbuca lui. O lei. Non sapevo infatti cosa aspettarmi da una...lastra di circa un centimetro che languiva attaccata al fondo della vaschetta di alluminio, marronicina, con la superficie butterata, bassa, già tagliata in amorevoli quadrotti che nessuno aveva ancora attaccato. Che tristezza. Ma pensando alla sfortunata autrice di quel capolavoro mi feci coraggio ed addentai io il primo boccone di quell'affare, già piena come un uovo di schifezze casalinghe. E...magia! La "lastra" orrenda era morbida, umida, leggera, senza unti o grasso, fresca ma anche consistente, con un piacevolissimo gusto di amaretto misto a cacao. Cercando di fare una faccia non troppo entusiasta, lodai l'autrice della lastra e mi feci dare la ricetta. Quasi nessuno attaccò i brutti e poco invitanti quadrotti marroni. Io, in compenso, potei finirmeli tutti in santa pace.

Solo ora vedo, su una raccolta di ricette di "Saper Spendere" che la "lastra è un antico e giustamente rinomato dolce tipico piemontese, di cui io ignoravo l'esistenza.

Si fa in un attimo e, quando lo proporrete ai vostri ospiti, che magari alla sua vista storceranno il naso, ripensate a Oscar Wilde: "lascio le donne belle agli uomini senza talento". Vale anche per i dolci;-)

TORTA ANTICA PIEMONTESE DI MELE E AMARETTI

Ingredienti:

1 kg. di mele a fettine (io l'ho fatto anche con le pere, ottimo)

2 cucchiai colmi di zucchero

1 pizzico di sale

2 uova

1 noce di burro

20 amaretti secchi pestati (io li ho frullati)

1 cucchiaio di liquore amaretto o rhum

3 cucchiai di cacao amaro


Procedimento:

Cuocere le fettine di mele in un pentolino con una noce di burro finchè diventano gonfie e morbide (15 min circa).

Aggiungere il cacao amaro, gli amaretti pestati o frullati, le uova, il sale e il liquore (io ho messo tutto nel robot e ho frullato con le lame di acciaio)

Imburrare una pirofila e mettervi il composto, livellandolo con una spatola all'altezza di circa un centimetro e mezzo.

Infornare a 190° per 50 minuti e poi ritagliare nella forma desiderata (in genere a quadretti non troppo piccoli)

A piacere, servire con panna leggermente montata poco zuccherata.

Con questa ricetta, partecipo al contest di Morena "Dolcemente...Mela-mangi":


ed al contest "150 anni in tavola"