EATALY - Gara di Torte 2012 in collaborazione con CUKY e a favore della Comunità di Sant'Egidio



Si è svolta ieri a Torino, in occasione anche del quinto anniversario della nascita di Eataly, la quinta edizione della Gara di Torte 2012.
Sono infatti ormai cinque anni che l'organizzazione voluta da Oscar Farinetti si è a pieni voti insiediata nel territorio torinese e non solo, se si pensa che, oltre ai punti vendita nazionali, Eataly sbarcherà a breve anche a New York, dopo essere già approdata con successo a Tokio.
Ricordo brevemente che cosa è Eataly, anzi, che cosa NON è: non sono solo i sopra ricordati punti vendita nel territorio nazionale (oltre a Torino ci sono anche i punti vendita di Milano e Bologna) e internazionale, non è solo una struttura per la manifestazione di eventi, ma è un'idea, un pensiero trasformatosi in realtà, un'idea per portare sempre in primo piano le eccellenze enogratronomiche italiane, renderle alla portata di tutti tramite punti vendita ma anche tramite manifestsazioni, eventi, concorsi e tante altre iniziative.
Come la Gara di Torte che si è svolta ieri con la copresenza di Cuki alluminio, ed il cui ricavato, tutto proveniente da offerte libere, andrà ad aiutare la Comunità di San'Egidio.
E' bello ricordare che la comunità di Sant'Egidio è da trent'anni operante a livello nazionale e si occupa di aiutare le persone senza tetto, i bisognosi, coloro che vivono per strada e che muoiono così, senza nemmeno un nome, senza una lacrima, senza, a volte nemmeno avere il diritto all'ultima corsa in ambulanza, in quanto sporchi e pidocchiosi. Questo è infatti cioè che successe esattamente trent'anni fa a Modestina, un'anziana clochard morta in seguito al mancato trasporto in ambulanza a causa delle sue condizioni igieniche. Una persona morta così, dimenticata, inosservata, senza casa, senza dignità, senza diritti: nemmeno il diritto di una corsa in ambulanza verso l'ospedale, corsa che (forse) le avrebbe regalato qualche giorno in più della sua disgraziata esistenza. La Comunità di Sant'Egidio le ha ridato almeno un nome, e un ricordo.
Dettò ciò, passiamo alla Gara vera e propria.
A cui, dicevo, ho casualmente partecipato anche io, ma questo è ..un altro post, il prossimo.
Importante invece è sottolineare l'entusiasmo dei participanti, tutti dilettanti ma tutti appassionati ed entusiasti, con torte di ogni tipo, dalla classica torta di mele alla crostata rebouchon alle torte americane alte tre metri o colorate di rosso sangue (!), alle torte del Missisipi ripiene di ogni tipo di frutta, secca e non, alle nostrane "pitte imbrigliate" calabresi.
Cinquantadue le torte, in tutto. Cinquantadue concorrenti, la maggior parte giovani (niente sarcasmo, grazie;-)) e grintose, mentre gli uomini, mariti in imbarazzo a parte, si sono limitati a due participanti. Ma uno di loro ha vinto, di una buona spanna sopra gli altri concorrenti, a mio sindacabile giudizio.
Ma un encomio speciale va ai cinque giudici: per oltre due ore hanno assaggiato torte e tortine di ogni genere, encomiabili prelibatezze insieme ad emerite schifezze (presenti pure loro, sì, equamente distribuite tra crostate burrose e torte decorate), senza un lamento, senza una lacrima, elemosinando solamente una manciata di grissini SALATI e metà gara. Bravi, bravi veramente.
E bravo anche l'intrattenitore, che per due ore e mezzo ha finto di interessarsi (magistralmente, devo dire) agli ingredienti di ogni torta presentata, di ogni intruglio proposto (che, guarda caso, erano spessissimo farina, latte, uova..;-) nonchè all'albero genealogico del sedicente pasticciere/era (infatti sono abbondate le..."ricetta della mia famiglia, segreta" (e chi la vuole conoscere!, verrebbe da rispondere, ma siamo buoni..), le "ricetta della zia di mio nonna" o " ricetta di quando ero piccola" (che tenere, che siamo..)
E da rimarcare anche la presenza, tra i partecipanti, degli operatori e degli assistiti dell'Organizzazione "Lo Spigolo", che si occupa di persone con una patologia troppo spesso dimenticata e ancora oggi troppo discriminata: la malattia psichiatrica, il tabù delle malattie, la malattia scomoda, quella di cui ci si vergogna, quella ancora oggi considerata, a torto, inguaribile. Hanno partecipato con un bel tronchetto decorato di fragole.
E poi c'era "lui", l'ispiratore di tante nostre mousses e crostate, il mago dei tirmisù, lo stregone della creme brulèe, lui, Luca Montersino e i suoi collaboratori, insieme ad altri due maestri di prim'ordine del territorio piemontese, Marco Avidano (Pasticceria Avidano, Chieri) e Ugo Alciati (Ristorante Guido, Pollenzo).
Devo dire che per me la marcia in più del "nostro" è la sua "scienza". Sì, scienza. Di bravi, anzi, eccellenti pasticcieri è pieno il mondo, Italia compresa, ma non tutti hanno la capacità e soprattutto l'interesse a capire, e spiegare, ciò che succede a livello di reazioni chimiche o fisiche a livello degli ingredienti, sapere a quale temperatura un uovo coagula e perchè, quali sono le sostanze chimiche che provocano questo, del perchè una emulsione a volte si amalgami e a volte no. Questa è scienza. E con Luca Montersino diventa anche arte.
Ah, tra l'altro, come mi sono piazzata io? Terza (assurdo, vero? ;-) ). E ho portato a casa l'ultima uscita del nostro Peccatore, "Peccati di Cioccolato" con tanto di dedica! E lo preferisco al primo e al secondo premio!
Ah, ps, tra le torte fotografate non ho messo la mia, era troppo brutta a vedersi!