PIADINA ROMAGNOLA




Torino è cambiata.
Veramente, sapete? E' cambiata sul serio. Da quando? Beh, c'è una data esatta, anche se poi è tutta una serie di avvenimenti successivi (quale la crisi globale - mercato dell'auto compreso, - il cambiamento nella composizione della popolazione e tanti altri fattori) che hanno decretato il suo passaggio da grigia città industriale modello Detroit a....città turistica! Se me lo dico, ancora non ci credo. Torino è bella, questo è innegabile, ha sempre avuto il fascino della vecchia città un po' snob, addormentata, nobile, in contrasto a quella parvenue di Milano, sempre di fretta, affannata in cose materiali, sempre lì a fare, disfare, produrre, muoversi. ...No, Torino no...era la capitale dei "bogia nen" (leggi " bugia nen", i torinesi che non si muovono, stanno calmi), anzi, era la prima Capitale! Capitale d'Italia, mica del formaggio d'alpeggio o della porchetta ripiena! Patria dei Savoia...- , trasformatasi poi in capitale dell'auto..e da qui nella grigia e noiosa città che noi torinesi da sempre conosciamo o meglio, conoscevamo.
Ma da un po' di tempo, di anni, non è più così. Ah, dimenticavo di dirvi da quando, esattamente. Dalle Olimpiadi invernali, ultimo regalo che l'Avvocato, sempre previdente, ha fatto sponsorizzandone la candidatura e prevedendo l'imminente perdita di identità quale capitale dell'auto in un mondo globalizzato dove i produttori di auto si contedono ormai minime quote di mercato a calci e pugni. E quindi, dalle Olimpiadi in poi, gli stranieri sono venuti a conoscenza di Torino, o meglio, di un'altra Torino, di una Torino che nel secolo scorso era chiamata "la piccola Parigi", una Torino che ricorda molto Lione, nel centro, rifatta a nuovo, pedonalizzata, pulita, abbellita. E i turisti stanno arrivando anche qui! Chi l'avrebbe mai detto!! Arrivano, a frotte, con le loro cartine in mano, gli zaini, affollano Via Garibaldi, Via Lagrange, comprano, guardano, ammirano...mangiano! Di tutto! Gnocchi, agnolotti, bollito, brasato, zabajone, gianduiotti, piadine...Piadine?? Ma....le piadine sono romagnole, mica di Torino! Beh, ma non vi ho detto che è diventata turistica? Ed è quindi piena di locali mangerecci, pizzerie (non napoletane), bistrot (non francesi), creperies (idem), piadinerie (non romagnole)? Ed è proprio in una di queste piadinerie che siamo capitati io e Gabriele. Piccola, confortevole, in un vecchio edificio che sapeva di '800...e sono piaciute talmente tanto a Gabriele, le piadine (ne ha mangiate due!) che...gliele ho rifatte. A casa. In quattro e quattr'otto, cercando di farle fragranti e sottili come le abbiamo gustate e....mi sono venute! Buonissime, croccanti e morbide nello stesso tempo, altro che quelle del super che sembrano cicles (termine torinese per indicare chewing gum). E anche se so che in Emilia si condiscono con il formaggio squaquerone, io le ho condite col più classico dei ripieni: fontina d'Aosta e prosciutto cotto. Siamo o non siamo a Torino, Piemonte?

P.S. nella piadina romagnola è previsto lo strutto. Io, per vari motivi, non ultimo il ribrezzo per lo stesso oltre alla pietà per i poveri maiali - pietà che peraltro però non mi suscita il prosciutto (strana tipa, eh?) - io, dicevo, uso l'olio extravergine di oliva. Si può usare anche il burro.


PIADINA ROMAGNOLA

dosi per 4 piadine di circa 22 cm di diametro l'una:

230 gr di farina 
1 cucchiaino e mezzo di sale (6 gr circa)
acqua ( o latte, o metà e metà: il latte conferisce maggiore morbidezza all'impasto): 110 ml 
olio  o burro: 30 gr (circa il 15% della farina)
(facoltativo: un pizzico di bicarbonato (1 o 2 gr)

ESECUZIONE


Su una spianatoia fate la fontana con la farina, aggiungete i liquidi (acqua o latte) e il burro a pomata o l'olio, cominciate ad impastare e d aggiungete, dopo poco, anche il sale ed il bicarbonato, fino ad avere un impasto morbido  e liscio (circa 10/15 minuti)
Fate una palla e coprite l'impasto  con una pellicola a contatto, lasciandolo riposare per una mezz'oretta.
Dopodichè, riprendete l'impasto e coppatelo in pezzi di circa 90 o 100 gr l'uno, fatene delle palline e rimettetele a riposare coperte  per una ulteriore oretta.
Il riposo è necessario per far sì che l'impasto si rilassi e sia poi agevole tirare la sfoglia senza che la pasta si ritiri.
Trascorso il periodo di riposo, prendete le palline, infarinate solo leggermente il piano di lavoro e stendete le piadine fino ad avere un diametro di circa 20/22 cm di diametro (lo spessore potrò variare a piacimento).
Bucherellate, con i rebbi di una forchetta, entrambi i lati della piadina, per far poi penetrare meglio il calore.
Intanto scaldate una piastra liscia o una larga padella senza olio a fuoco medio alto; quando sarà calda, fatevi cuocere le piadine un minuto o poco più per parte (la cottura della piadina delle essere abbastanza veloce), rompendo coi rebbi della forchetta le bolle che si formeranno sulla superficie.
Condire a piacere e servire.
(Utilizzando il formaggio, io l'ho inserito su mezza piadina quando stava cuocendo il secondo lato, così da fonderlo)