TORTA ALL'ARANCIA E SEMI DI PAPAVERO di Donna Hay





Questa è una delle più buone torte casalinghe che io abbia mangiato.
L'ho rifatta a distanza di tempo, rispetto al primo post, che riporto integralmente qui sotto, e ancora la penso allo stesso modo.
L'ho ri-assaggiata sempre ancora calda, appena sfornata, come piacciono a me le torte, e da un boccone me ne sono mangiata quasi due fette.
Un sapore di burro, di buono, un impasto non troppo dolce e quel gustino dato dai semi di papavero -tanti- che mi sembra accentuino il gusto morbido e burroso. 
E quello sciroppo di arance, rosse, questa volta, che la impreziosice  di una nota fresca e agrumata e fa l'ulteriore differenza, come se ce ne fosse bisogno.  Sembra strano che un semplice impasto fatto sempre praticamente con le stesse cose -farina, uova, burro e zucchero - prenda sapori e consistenze così diverse  solo grazie a uno o due ingredienti in più,   o in base alla lavorazione o al tempo di cottura, spaziando dalla disfatta totale alla bontà assoluta.
In questa torta, la differenza forse è data dallo sciroppo, da rovesciare, a torta ancora calda, su un dolce che non è troppo zuccheroso. O la temperatura di cottura, a soli 160° C°,  una temperatura mite, che cuoce in modo dolce dolce, preservando il gusto del burro, che deve essere di ottima qualità. Anche il fatto di aver usato la funzione statica, e non ventilata, che  non fa circolare aria  e quindi non asciuga i dolci, può aver influito. O i semini di papavero -  tanti, ripeto - col loro gusto che che ricorda le mandorle e il burro mischiati assieme...
Non so. 
Non so cosa sia.
Fatto sta che volendo fare una torta morbida, soffice, per Gabriele, e che non fosse la solita torta al cioccolato, invece di sperimentare nuove ricette  ho voluto rifare questa, che tanto gli era piaciuta, come a me.
Variazioni, a parte il fatto di avere usato arance rossissime di Sicilia rispetto a quelle bionde, non ne ho fatte: solo ho dimezzato la dose di tutto e messo in uno stampo da 18 invece che da 2  per circa 35 minuti  circa. Infornato e gustato.
Da calda...
e me ne sono mangiata due fette.
E siamo pure in Quaresima...
Vabbè, mi pentirò a torta finita!

E ora, riparte il "vecchio"post,  del gennaio 2012...tre anni fa: troppo tempo ho lasciato passare senza rifare questa delizia!

"Questa è una delle più buone torte casalinghe che io abbia mangiato negli ultimi anni, credetemi. 
Non so se è perchè l'ho mangiata ancora calda, mentre il burro era ancora caldo e morbido di forno e ha donato a questa torta la consistenza di una nuvola, ma si scioglieva veramente in bocca, e lasciava un gusto di panna, di burro, di buono che sinceramente è da tanto che non assaggiavo. O se magari sia stato lo sciroppo rovesciatole sopra appena sfornata, che ha intriso tutto l'impasto amalgamandosi agli ingredienti, fatto sta che sinceramente non credevo di arrivare ad una bontà simile. Forse ho commesso un errore, forse è un caso, forse è il forno, ma fatto sta che me ne sono divorata mezza. E pensare che io già sono un'appassionata delle torte da colazione, da inzuppo, delle torte casalinghe (che peraltro Gabriele detesta, sob), belle alte, morbide, umide, ma questa le batte tutte, è la regina!
L'ho scovata da una ricetta di Donna Hay, e aveva una foto così invitante, così da "burro di montagna" che era già un po' che volevo provare a farla, ma per una cosa o per l'altra avevo sempre rimandato preferendo i dolci al cucchiaio, che so essere più graditi al pargolo: purtroppo, le torte che faccio me le devo sempre finire tutte io, e allora, molto spesso, guardandomi la panza incombente, demordo. Ma questa volta l'istinto della golosona ha prevalso e me la sono cucinata, ben conscia che avrei dovuto probabilmente sbafarmela tutta. E invece...: "Assaggia!" "NO!" ASSAGGIA, E' BUONISSIMA!"; "NO, NON MI PIACE!" ; "Se non la assaggi non ti do più la Nintendo, Super Mario te lo sogni, La WII la regalo ai bimbi poveri e adesso andiamo subito a fare matematica!". Assaggia, fa la solita faccia strana, sembra mi voglia sputare i semi di papavero a uno a uno in faccia. Apre la bocca, mi aspetto lo sputo. "ANCORA!" Eeeh??
Se ne è mangiata META'. Abbiamo cenato a torta!
Per farlo smettere, ho dovuto dirgli che se gliene avessi ancora data gli sarebbe venuto il mal di pancia!"





TORTA ALL'ARANCIA E SEMI DI PAPAVERO di Donna Hay (da "I Classici -volume 2")


INGREDIENTI:
50 gr di semi di papavero
185 ml di latte
200 gr di burro ammorbidito
1 cucchiaio di scorza d'arancia grattugiata finemente
170 gr di zucchero semolato
3 uova
270 gr di farina
1 cucchiaino e 1/2 di lievito
125 ml di succo d'arancia appena spremuto
SCIROPPO:
225 gr di zucchero
250 ml di succo d'arancia appena spremuto
25 di striscioline di scorza di arancia

ESECUZIONE
Scaldate il forno a 160°. Versate in una ciotola il latte e i semi di papavero e mescolate bene. Mettete da parte. Lavorate nel robot da cucina il burro, la scorza d'arancia e lo zucchero finchè il composto è leggero e cremoso. Aggiungere gradualmente le uova e sbattete bene. Setacciate la farina e il lievito sul composto con il burro e unite il succo di arancia e il latte con i semi di papavero. Mescolate bene e versate in uno stampo rotondo di 20 cm foderato di carta da forno. Cuocete per 55/60 minuti, verificando la cottura con uno stecchino.
Nel frattempo, preparate lo sciroppo. Mettete lo zucchero, il succo e la scorza di arancia in una pentola sul fuoco basso e mescolate finchè lo zucchero si scioglie. Alzate la fiamma e bollite per 5 o 6 minuti o finchè il liquido assume la consistenza di uno sciroppo. Versate subito metà dello sciroppo sulla torta calda. Per servire, tagliate a fette e versateci sopra lo sciroppo rimasto. Per 8-10 persone.

E queste sono le foto della vecchia versione, fatta tempo fa, con sciroppo di arance bionde: colore diverso, bontà uguale!

Note per uno stampo da 18 cm di diametro, e non da 20, e con mezza dose di impasto:
dimezzare le dosi di tutto. Solamente delle uova, invece di un uovo e mezzo, ne ho messe due piccole.
Tempo di cottura: essendoci meno impasto, anche il tempo di cottura è diminuito: invece dei 55/60 minuti, sono bastati 30/35 (prova stecchino) perchè rimanesse perfetta: cotta a puntino ma ancora leggermente umida.
Lo sciroppo di arance: avevo solo arance rosse di Sicilia, che hanno dato origine ad  un bellissimo sciroppo color rosso rubino intenso. Anche se mentre cuoce vi sembrerà ancora molto liquido, non proseguire troppo oltre i cinque minuti nella cottura : raffreddandosi solidificherà e  non sarà più della consistenza corretta per essere rovesciato sulla torta: io l'ho rovesciato caldo, sul dolce appena sfornato, dopo aver fatto con un piccolo ferro da calza dei buchi sulla superficie della torta per farlo penetrare meglio all'interno del dolce e inumidirlo per bene. 

E questa è la foto della prima versione della torta, con sciroppo di arance bionde.