LA PIZZA AL PADELLINO: LA STORIA DI UNA PIZZA PER TROPPO TEMPO DIMENTICATA





(per la ricetta della pizza al  padellino fatta in casa, vedere questo post)

Torino è cambiata.
L'ho detto, no, in un post precedente (vorrei fare il grazioso link per farvi accorrere immediatamente a leggere anche il "post precedente" ma...non mi ricordo qual è: che blogger da due soldi)?
Comunque, ribadisco, Torino è cambiata.
Bene, direte voi, e a noi...? E soprattutto, cosa c'entra questo con la pizza al padellino? Ma, ancora più importante...CHE COSA E' LA PIZZA AL PADELLINO???
E qui mi riallaccio a Torino. A Torino che è cambiata. In peggio, secondo me, negli anni '70, "pizzamente" parlando; è cioè dall'avvento, appunto verso la metaà degli anni 70, della da me non amata "pizza al mattone". Ora, per tutti, la pizza per antonomasia, la pizza napoletana, la pizza....la pizza! Ma non è sempre stato così. O meglio, non è sempre stato così a Torino!
Fino all'inizio degli anni '70, quando io ero "fanciullina" come Gabriele oggi, la pizza al mattone a Torino manco si sapeva che cosa era. Nè la pizza nè il mattone. C'era solo la pizza. Al padellino, naturalmente. O al tegamino, come dicono alcuni, ma che a me fa venire in mente più due uova che non la pizza, e poi il nome originario è "pizza al padellino".
Non c'erano mega pizzerie come ora, anzi, non c'erano nemmeno tantissime pizzerie, e la pizza (al padellino) si comprava, e spesso si portava a casa, in piccole pizzerie che oggi potrebbero somigliare a delle rosticcerie, dove si preparavano solo pizze al padellino e farinata. Sì, perchè a Torino l'abbinata è ancora cos^: dove c'è la pizza al padellino, fanno anche la farinata! Dove fanno la pizza al mattone, no (meno cento punti già solo per questo).
Ma che cos'è, 'sta pizza al padellino. Anzi: che cosa NON è! NON E' una pizza al taglio di forma rotonda in teglia singola altrettanto rotonda. Non è menchemeno una pizza tipo fornaiobarrapanettiere ma calda. E'..la pizza! Alta, soffice, con un diametro che non supera mai i venti, venticinque centimetri, affondata di formaggio, panosa ma pizzosa, non so come dire. Cotta in umilissimi forni spesso elettrici e non a legna (sì e sì!), non preparata al momento ma solo cotta al momento, prelevata, insieme a tutto il padellino, "da un ..mobile" che penso frigo per non farla lievitare in eterno e poi cotta al momento dell'ordine! Ricordo con vero affetto come ce la davano da portar via, a me e mia nonna, piegata in due (ebbene sì!), in quella carta bianca oleata da dove sprigionava un odore, un profumo di formaggio colante, mentre mia nonna si lamentava che da 450 lire era passata a 500 ed era una vergogna!
E' lei, la mia pizza e di tutti i ..arhg...vecchi ragazzi torinesi. Fino, appunto, ai primi anni '70, quando cominciarono a venire fuori le pizzerie con pizza al mattone: larga, una padellata di pizza, sottile, che più sottile è meglio è, dura, coriacea, che se non la mangi entro 10 minuti diventa una suola da scarpe (tranne rare eccezioni), importata dalla patria della pizza, alias Napoli. E come poteva una umile pizza al padellino, senza natali blasonati, sopravvivere a cotanta nobilitate? Fatto sta che, piano piano, le vecchie pizzerie al padellino, scomparvero,si estinsero, come gli australopitechi (sì, Gabri sta studiando la preistoria). Divennero poche e impaurite, e noi, nostalgici della vecchia pizza al padellino e mai ricredutici, diventammo tutti pezzi da museo, trogloditi che la pizza manco sanno dove sta di casa e che con le papille gustative degne di uno struzzo, dei paria, soli, meschini e abbandonati, come la pizza al padellino.
Ma Torino è cambiata.
Dicevo, ora , da dopo le olimpiadi della neve, Torino va. Vende. Arrivano turisti. Mangiano bagna caoda (leggi bagna cauda). Bolliti misti. Bagnetto verde. E...toh, guarda, c'è una nuova pizzeria al padellino..toh, un'altra... ma che è, tutte 'ste pizze al padellino, ma chi è, 'sta pizza al padellino??
E' un prodotto di Torino, della Torino turistica, e vende, e quindi ben venga il turismo
Quella che vedete in foto è una pizza sfornata da una delle più vecchie pizzerie al padellino di Torino; ora si chiama pizzeria Ideal, ma negli anni..nei decenni precedenti, è stata anche senza nome, ed era a Porta
Palazzo, da dove ha dovuto sloggiare una venti/trentina di anni fa perchè ormai a Porta Palazzo non è più sicuro vivere nemmeno per un Al Capone redivivo.
E ancora sopravvivono comunque a Torino alcune pizzerie storiche come il "cit ma bon" (leggi Cit ma Bun, piccolo ma buono, perchè la pizza al padellino è appunto, piccola) in Corso Casale, come Michele in piazza Vittorio, come Cecchi, come Dessì, Miky e qualche altro intrepido.
Insomma, a Torino stanno tornando le pizzerie al padellino, yum!, come direbbe Francesca, la mia cara amica di Burro e Zucchero, per la quale praticamente ho scritto questo post nonostante sia un po' fuori combattimento, visto che so che legge queste due righe con piacere (;-)
E ..la ricetta? Come fanno questo impasto splendido?
Non lo so...da anni sto dietro (a rompere le scatole) al titolare della pizzeria per farmi svelare il segreto, ma mi sa che lo ha detto solo a suo figlio. Mi dovrò accontentare di andarla a mangiare là, in loco, tanto a casa non riuscirei mai comunque a farla così!