SALMONE AGLI AROMI



Una ricetta semplice, che di più semplici non ce ne sono, direte voi. Ed era il caso di postarla??
Per me, sì.
Innanzi tutto perchè si tratta di pesce, con cui l'unico rapporto che ho è dato dal fatto che..."possiedo" un figlio, che tale figlio è ancora un bambino e deve mangiare sano, e il pesce pare faccia parte di questo mondo "sano", vedi omega tre, quattro, grassi saturi, non saturi, stanchi e stufi.
Ed anche perchè si tratta di pesce vero.
Nel senso che gli unici contatti con i non amati pesci, per me, sono contatti con pesci di questo tipo: tonno in scatola - rigorosamente solo in olio di oliva: al naturale, potrei morire di rigurgito-, salmone in scatola (vedi sopra), merluzzetti Findus (sì, quelli dei bambini a cui non piace il pesce), platesse surgelate. E via di questo passo. Pesce "neutro".
Pesce vero? Mai!
Pesce a forma di pesce acquistato dal pescivendolo? Idem
Pesce non a forma di pesce, cioè in tranci, ma sempre facente parte di un unico complesso di detto pesce vero a forma di pesce grande? Bleah!
Ma c'è Gabriele! Così come non posso imporgli di essere vegetariano, come non sono nemmeno io , d'altronde, non posso nemmeno precudergli un mondo: il mondo del pesce! CHe madre snaturata sarei? Contando poi che 1) Gabriele, a differenza di me, è un tipetto essenzialmente proteico 2) che suo padre è ligure, cioè marinaro, cioè è cresciuto a pane e pesce 3)che il pesce (dicono, ma i nostri nonni in tempi di guerra mica mangiavano tutto 'sto pesce, eppure, i sopravvissuti, sono in genere vissuti, cresciuti e pasciuti fino ad arrivare ad essere nostri nonni), che il pesce, dicevo, anzi, dicono, fa bene, insomma, gli faccio 'sto pesce.
Essendo a casa, capito una mattina davanti a un banco del pesce fresco, al mercato. Disgusto. Tentacoli, roba trasparente, forse meduse, gole aperte di pescespada a cui hanno tranciato solo la testa, roba che cola..mi viene veramente da vomitare. Ma ecco...vedo un qualcosa di un bel colore....un arancio vivo (.....), che fa la differenza in tutto 'sto mortorio di roba molle e gocciolante. "Che cos'è", chiedo. "Salmone!", mi rispondono. "Ah!", dico io. Beh, questo non fa proprio così schifo...è abbastanza..umano. E mi viene in mente il viso di Gabriele che si lecca i baffi. Devo prenderlo ma....ma come diavolo si cucina, 'sto pesce? Mezz'ora, un'ora, 10 minuti, bohh? "Ehm...scusi...quanto va cotto (suona meglio che "come si cucina!"). Sguardo a palla. Occhi vitrei. Il tipo mi guarda un attimo fisso negli occhi. Capisce. E mi dà una ricetta semplice semplice: " in padella con un po' d'olio, qualche gusto, qualche minuto per lato ed è pronto!" Me lo dice in modo che non mi fa sentire nemmeno troppo idiota. Forse pensa che, povera, lavoro e non so aggiustarmi per nulla in cucina, forse gli faccio pena, ma la cosa mi garba. Chiappo il mio bel pacchettino e lo porto a casa. E lo cucino a Gabri. Commento? "Buonoo!"
Non so se esserne contenta o dispiaciuta ;-)

SALMONE AGLI AROMI

per 4 persone:

4 tranci di salmone alti circa 1,5 cm
olio extravergine di oliva
il succo di mezzo limone
mezzo spicchio d'aglio a cui avrete levato l'anima centrale leggermente schiacciato
origano, timo, maggiorana
sale q.b.


ESECUZIONE:
In una padella mettere a soffriggere a fuoco basso l'aglio con l'olio. Aggiungere i tranci di salmone con le erbette e far rosolare un paio di minuti da entrambe le parti, poi rovesciarvi sopra il succo di limone. Aggiustate di sale, cuocete ancora un paio di minuti per parte e servite. Non deve cuocere troppo, per non farlo asciugare e diventare stopposo, l'interno deve essere cotto ma ancora umido e morbido (ora me la tiro da pesciara...;-)