FALAFEL



Ieri sono capitata nella migliore kebbabberia di Torino.
Ieri sono entrata  nella più sporca kebabberia di Torino.
E' sempre la stessa.
Sempre quella lì, sempre piena, sempre straripante di gente,  studenti, famiglie, ragazzi, arabi, italiani, indiani, africani, quella con  i piatti di plastica, quella dove c'è sempre un casino indicibile, quella dove fari sempre un po' di coda, tanto la gente si ammassa per gustare  kebab sotto forma di  panino, normale, arrotolato, oppure nel piatto, o del pollo arrosto, o della pizza, o...dei falafel.
Confesso che non avevo mai mangiato prima i falafel, solo guardati, visto che quando vado a ingozzarmi di kebab, che adoro, e pensando alle calorie che sto ingozzando - considerando che mi spazzolo sempre anche del pane in più di chi ha preso il kebab in piatto con relativo pane, e visto appunto che tra kebab mio e  pane degli altri, che carinamente avanzano mentre io sbafo tutto,  se mi prendo pure i falafel esco rotolando, ecco dicevo, e non so come non ho perso il filo di questo periodo lunghissimo da 4 in italiano o forsel'hopersobohnonimporta...insomma, dicevo,  visto che già faccio il pieno di kebab - non mi azzardo a prendere pure i  falafel. 
Per quanto mi abbiano sempre ispirato.
Ma l'altra domenica li ho assaggiati.
Cioè, siamo andati nella kebabberia vicino a casa.
Entro con Gabriele e Luca nella Kebaberia. Loro si siedono, e io vado a ordinare.
Il tipo, arabo, ridendo, tra il serio e il faceto (ma intanto l'ha detto! Come dice un mio amico fiorentino "Arlecchino si confessò burlando.."), mi fa "che fai tu qui, c'è tuo marito (che poi Luca è mai stato mio marito), viene lui a ordinare! Qui siamo mica in Turchia!)
Ah, mi sono sentita tanto Araba Felice! 
E' vero, in genere vado con delle amiche a mangiare il kebab lì, ma questa volta il tipo ha visto Luca e voleva ordinasse lui.
Mentre non so se ridere o sputargli, mi passano davanti agli occhi dei fumanti e croccanti Falafel; facendo la finta tonta (e due occhi dolci: anchi i Turchi sono uomini!) dico.."belli, ma cosa sono?" . Non mi caga neanche per striscio. Mi guarda negli occhi torvo, e se ne va!! Vorrei prenderlo per i capelli ma eccolo riapparire subito, con un piatto in mano e tre falafel caldi caldi dentro! Scherzava, sant'uomo...o no? Ma intanto ho i falafel!  Li porto al tavolo. Gabriele, che intanto ha preso il pollo arrosto con patate (velo pietoso), vede il tipo e gli chiede, anzi, gli urla, se ha della maionese, e il tipo ci porta direttamente la confezione da cinque chili tutta bella  unta e bisunta;  ma si sa, qui è così, e finora non siamo mai morti di germi da kebabberia. Mentre ce la porge "con delicatezza", guarda Luca, e gli fa "tutto bene, calabrese?", forse riferendosi  ironicamente all'ordinazione fatta da me e non dall'uomo di famiglia! Luca -specifico -  è il classico  tipo ariano, in quanto mezzo tedesco,  con  uno sguardo che un particolare taglio delle sopracciglia fa sembrare sempre incavolato nero, mentre in realtà...è proprio così ;-) e, sentendosi appellare per una regione che non è la sua, mi guarda, sguardo torvo pure lui, che unito al suo carattere malmostoso e per niente ironico e satirico, non mi fa presagire certo una grassa risata da parte sua, alla "puntuta" battuta del gestore, anzi...! Annuso un'aria troppo frizzante. Taglio corto e lo trascino via, finito di mangiare,  dicendo " qui  è così, ti trattano un po' così,  alla buona... andiamo, dai! ", e lo tiro verso l'uscita con Gabriele, mentre io mi accingo a pagare. E mentre pago, faccio al tipo: "ah, grazie per l'omaggio dei falafel (della serie: mica fai il Turco e me li fai pagare, che non li ho ordinati ma solo chiesto che cosa erano??"). 
Risposta: "basta che ti levi dai piedi!". 
......
Ma intanto, me li ha regalati :-)
Bendetti Turchi, coriacei fuori, ma morbidi dentro.
Come i falafel: croccanti fuori, morbidi dentro.
E il gusto?
Mah...io li ho rifatti perchè avevo i ceci, e mi sono venuti proprio come quelli della kebabberia. 
Cattivi, non sono.
Per quanto non si possano pretendere meraviglie da un mix di ceci CRUDI frullati con un po' di odori...
Della serie: due polpettine nostrane sono tutta un'altra cosa....ma se penso al povero bovino che è finito in polpette...beh, allora meglio i falafel!
E Gabriele?
Lasciamo perdere...;-) Lui è un proteico carnivoro convinto, come suo padre!
("NO, non mi piacciono, mangiateli tu, non sono buoooniiii!!)

P.S.
Per questa ricetta, a chi potevo rifarmi, se non all'Araba Felice? 
Io li ho solo modificati leggermente, non amando curcuma, coriandolo, semi di sesamo e spezie varie: praticamente, ho solo messo aglio, cipolla e origano! Falafel nostrani!


FALAFEL o polpettine arabe di ceci


per una decina di polpettine di circa 5 cm di diametro, appiattite


INGREDIENTI:
200 gr di ceci secchi ammollati per 24 ore
1 spicchio di aglio
mezza cipolla 
1 cucchiaino di coriandolo secco o un mazzettino fresco (io origano)
un ciuffo di prezzemolo (io un bel rametto di timo fresco)
un piccolo cucchiaino  raso di bicarbonato (o lievito per torte salate) 
semi di sesamo per "impanare" (io nulla)
sale,  un cucchiaino raso
pepe
olio di arachide per friggere


ESECUZIONE
Mettete i ceci a bagno per 24 ore, in abbondante acqua.
Scolateli e metteteli nel mixer così, crudi, insieme a aglio, cipolla, prezzemolo, coriandolo, lievito o bicarbonato, sale e pepe.
Frullate fino a ottenere un composto morbido: non diventerà comunque omogeno ma sempre leggermente granuloso. 
Fate delle polpettine appiattite di circa  5 cm di diametro.
Passatele nei semi di sesamo e friggete in abbodante olio caldo per 3 o 4 minuti per parte: l'olio non deve essere troppo caldo (sui 160°), altrimenti i falafel si scuriscono subito fuori ma rimangono crudi dentro.
Servire bel caldi.