QUADROTTI DI POLENTA AL GRATIN




Questa è  un'altra di quelle ricette indegne.
Sì, indegne.
Massì, dai, tanto lo so che nessuno si mette a rifare le ricette che posto, che sono di una semplicità e banalità estrema, ma che molti leggono questo blog solo per leggere delle mie gesta culinarie, che spesso finiscono con dei sonori fiaschi!
Come questa brioche.
O meglio, questo panbrioche.
Avete letto bene, brioche, lasciate perdere la polenta..
Non sono diventata pazza, parlo della polenta che vedete in foto, lasciatela perdere, è solo un ripiego: in realtà tutto  nasce da  una brioche. O da un pan-brioche, o come altro volete chiamarla/o.
Un bel  dì, infatti, dicevo fra me e me...ora faccio una brioche, ora mi faccio una bella brioche calda, profumata morbida, come quelle che mangiavo da piccola da Anna, la mia amica col papà panettiere, per il cui pane molti attraversavano mezza Torino per venire nella piccola panetteria in Via Berthollet. Ora la panetteria c'è ancora, la vecchia insegna del papà di Anna pure, ma suo padre no, il negozio da quasi vent'anni ha cambiato gestione e le brioches morbide e profumate che mangiavo dopo la scuola non esistono più. Quelle belle brioches a treccia, con un impasto giallo, con .."l'alveolatura fine" - eh, ora sono "acculturata" e so che fa figo discettar di alveolature;-) . Sì, ci sono altre brioche  in giro, ma non ne ho mai trovate di simili: o ti butti sui classici croissants, è lì è tutto un altro paio di maniche e..un altro tipo di pasta, cioè pasta sfoglia, ma se vuoi restare sulle classiche brioches lievitate, in giro non ne ho più trovate, di così buone. 
Così, mi sono detta, schifo per schifo, tanto vale che me le faccia io.
E così ho provato.
Cerco, cerco sui miei tomi, in rete, mi documento, insomma: ..b..b..brioche! O pan-brioche. Ma perchè quando cerco la ricetta delle brioche mi capita sempre tra i piedi 'sto pan brioche? Ma chi lo vuole, ma che c'entra! Ho detto che voglia delle brioches BRIOCHES! Non mi frega nulla di 'sto pagnottone schiaffato alla bell'e meglio in uno stampo da plum cake, io voglio delle normali, semplici brioches, magari a forma di treccia, o a mo' di croissants, o rotonde, levati dai piedi, panbrioche!
Insomma, alla fine scarto tutte le ricette per me troppo complicate e degne di veri panettieri o di gente con una caterva di tempo, cioè salto di brutto lievitini, bighe, poolish e ogni altro genere di gergo  per aspiranti panettieri. Mi butto sul semplice, una ricette di un vecchio Sale e Pepe. Certo, è per delle girelle salate, ma basterà aggiungerci un po' di zucchero et voilà!
Faccio l'impasto, che a memoria comprendeva 250 gr di farina, 80 di latte, 60 di burro, 2 uova e, mia aggiunta, 100 gr di zucchero. Solito impasto, solita lievitazione al raddoppio e nel frattempo  penso..certo che sarebbe più comodo fare un ...blocco unico, forse l'idea dello stampo da plum cake non è così malvagia. Se lo fan tutti, un motivo ci sarà bene! E poi..ho sempre poco tempo. Insomma, schiaffo tutto nello stampo, faccio ri-lievitare, cuocio e assaggio. Non è male..
E questo già è brutto segno: le cose appena sfornate non sono "non è male...", sono "ottimo!".  Fragranti, profumate, morbide... Se questo, appena levato dal forno è "non  è male", figurati dopo, freddo, quando non avrà più il bonus "appena tolto dal forno" che vale mille punti!
E infatti.
Un pagnottone di pane dolce, un lingotto di impasto di pane senza nessuna speranza di passare al grado di brioche.  Ma dove sono finite le VERE brioches?? Che cosa sono 'sti mattoni informi ibridi tra pane e brioche e che non sono nè l'uno nè l'altro?? Ma chi li ha chiamati, ma chi li vuole! Io no! Io volevo delle brioches vere! 
E quindi ho buttato la ricetta.
Non dico che il giorno dopo  ho buttato il mattone perchè sarebbe peccato  e voglio salvaguardare il mio karma, e poi  non voglio reincarnami in un pagnottone di pan brioche mal riuscito buttato nella munnezza e che chiede pietà.
Ma..una cosa è sicura: molto meglio la solita polenta!
Semplice, banale finchè vuoi, pure già precotta alias "polenta 8 minuti" (giusto per non fare nomi, tanto lo sappiamo tutti che è la Valsugana;-). Solo un po' diversa come presentazione, ma sempre lei, la cara, onesta, umile, rassicurante polenta. Che polenta è e polenta rimane. E non si sogna minimamente di diventare un gateau! Tantomeno una brioche;-)


QUADROTTI DI POLENTA AL GRATIN
dosi per 2 persone (abbondante)

Ingredienti:
200 gr di polenta precotta
80 gr di fontina d'Aosta
80 gr di Asiago (o altro formaggio morbido a piacere)
80 gr di crescenza
80 gr di parmigiano reggiano grattugiato
50 gr di burro
pane grattato quanto basta

ESECUZIONE

Preparate la polenta precotta secondo le istruzioni riportate sulla confezione (per 200 gr occorreranno circa 800 gr di acqua)
Stendetela su un piano bagnato e con una spatola (bagnata ogni volta) livellatela a circa 1,5 cm di spessore.
Lasciate raffreddare qualche ora.
Tagliatela a quadrotti e poi tagliate ancora ogni quadrotto lungo il suo spessore, di modo da dimezzare lo spessore dello stesso (questa operazione va fatta con la polenta ben fredda e serve a rendere i bocconcini di polenta meno pesanti=
Imburrate una teglia e cospargetela di pan grattato,  facendo poi scivolar via l'eccesso.
Fate un primo strato con metà dei quadrotti di polenta, messi alla rinfusa. 
Tagliate i formaggi a dadini, tranne il parmigiano, che grattugerete.
Disponete i pezzetti di formaggio e il parmigiano grattugiato sullo strato di polenta,  spennellate con un po' di burro fuso e poi ricoprite con l'altra metà di quadotti di polenta.
Cospargete i quadrotti con il pan grattato e riccioli di burro. 
Infornate a 200° per circa 20 minuti, mettendo gli ultimi 5 minuti la funzione grill (attenzione perchè  la funzione grill, se non tenuta d'occhio, può bruciare i cibi), di modo che i quadrotti rimangano croccanti.
Servire caldo.