RISO ACQUERELLO






Guardate che non è una ricetta!

A meno che non si voglia considerare “ricetta” un semplice riso bollito condito con un cucchiaino di olio, pasto degnissimo e che io sinceramente non avrei nessun problema a consumare - alias mangiare ;-)  -anche tutti i giorni, se non avessi la malsana tendenza a trasformare ogni singolo grammo di un qualunque carboidrato in lardo, ma che ad ogni modo, come complessità della preparazione, non credo che comunque richieda un post apposito per spiegare come si fa, dissertando magari  sulla temperatura  dell’acqua, sulla sua durezza o sulla compattezza del chicco: riso bollito, che c’è da scrivere? Faccio bollire l’acqua col sale, ci butto il riso, scolo dopo circa 15 minuti ..e voilà!

E tiro fuori una pappa.

Pappa di riso.

Riso molle. Riso sfatto, con la superficie frastagliata, i bordi smangiati come le unghie delle donne sciattone ("ehm, sì, che c'è?"…;-), sgradevole a vedersi e peggio ancora a mangiarsi.

Ma si sa, nel nostro Paese di pastaioli, il riso, soprattutto se non sotto forma di risotto ma di semplice riso bollito, è relegato ai giorni di malattia, e quindi, in quei giorni, certo non si fa caso alla consistenza di ciò che si riesce a malapena a ingoiare. "Stai male? Mangia un po’ di riso in bianco, almeno! Raffreddore, nausea? Stai leggero col riso in bianco! Problemi di stomaco? Un po’ di riso in bianco ti rimetterà in forma!" Non importa poi se compatto, scompatto, cotto, scotto, consistente o morbido, l’importante è che sia riso.

Naturale quindi che anche io, che oltretutto ho una famiglia intera - cioè Gabriele - che aborre il riso (quasi quanto l'odiata  e sospettosamente verde verdura), foss’anche il più succulento risotto preparato con i suoi cibi più graditi, alias funghi, formaggio, panna o...wurstel, non abbia tutte queste grandi scorte di riso, e il riso che dimora nella mia dispensa sia riso qualunque, riso ordinario, senza pretese, tanto, per quanto ne mangiamo (sigh)….Sì, a volte prendo il Carnaroli, perché è di moda, perché dicono che sia il migliore, perchè è da intenditori ma.. sinceramente io lo trovo con un chicco troppo fine, troppo etereo, , deboluccio, poverino, e poi non mi sembra affatto più consistente e più deciso degli altri tipi di riso, anzi…se devo dire la verità preferisco il Roma, o l’Arborio, persino il Vialone nano: mi sembra abbiano chicchi più..rotondi, più spessi, più consistenti e più resistenti, ma è solo il mio parere, cioè il parere di una consumatrice molto occasionale di riso.

Ma per fortuna - o per disgrazia, non so - io vivo a Torino.

E a Torino c’e Eataly (per fortuna!)

E da Eataly c’è il riso Acquerello.

Scommetto che ero l’unica, tra tanti estimatori di cibo e cucina, a non avere ancora assaggiato l'ormai famosissimo e decantato riso. Mi dicevo “tanto, se è un altro bidone tipo il Carnaroli, non lo vado certo a pagare una fortuna solo perché si chiama Acquerello ed ha una bella confezione, continuo con  il riso mio, anonimo,  e basta..!”. Ma appunto,  alla fine la curiosità marketing-indotta ha avuto la meglio, e a furia di andare da Eataly e vedere le belle lattine col prezioso cereale dentro, una volta mi sono lasciata attirare e l’ho comprato, potenza del marketing!

E un bel giorno  l'ho pure assaggiato, anzi, l'ho proprio "testato"!
Sul riso Acquerello troverete ampia documentazione in rete, nonchè sul sito stesso: non è un “tipo” di riso a sè stante, ma una varietà extra del Carnaroli (anche se a me, per fortuna, non lo ricorda affatto), prodotto nel vercellese, fatto invecchiare per un anno, sbiancato e lavorato esclusivamente con macchinari ad elica, che ne preservano la compattezza e non danneggiano il chicco, ed a cui è stata reintegrata, in un processo successivo, la preziosa gemma di riso, fonte di vitamine e altri elementi nutritivi, la parte (dicono) più nobile e nutriente del riso, che però purtroppo se ne va nella prima fase di lavorazione  dei chicchi, impoverendo il prodotto finale. Inoltre, la lavorazione particolare e l’invecchiamento annuale, dovrebbero modificare, migliorandola, la consistenza dei preziosi chicchi.

See, seee, ...Tutti bla bla, mi dicevo, ora lo provo e vediamo ‘sta meraviglia!

E insomma, prendo la mia bella lattina, la apro, e rovescio un paio di pugnetti di riso nell’acqua bollente salata (acqua qualunque, non invecchiata ;-). Lascio cuocere per i soliti quindici minuti, scolo e verso nel piatto, non senza il mio ormai immancabile Olio extra vergine di oliva Cutrera, sempre preso da Eataly, che da quando l’ho scoperto una paio di anni fa è diventato l’unico olio di oliva da me utilizzato, soppiantando anni e generazioni di olio Carli e oli liguri vari di fantomatici “frantoi familiari” (seee..;-) (Ribadisco, come in un post precedente,  non faccio nessuna pubblicità, ma solo una lode a un prodotto che io trovo ottimo; magari, la ditta mi avesse inviato una paccata di olio gratis!!)

Insomma, alla fine, finalmente, assaggio.

Ma prima guardo.

Che chicchi rotondi! Rotondi, proprio! E belli bianchi, lucenti, belli a vedersi, intatti...sembrano perle, o piccole biglie di madreperla, insomma, devo dire che l’aspetto è veramente piacevole, invitante! Non è il solito riso sfilacciato con la superficie frastagliata modello unghie delle donne ecc ecc.. come ricordato sopra, no, no, questi chicchi hanno una forma! Da crudi, ma anche da cotti, sono belli , grassi, lucenti e ben distaccati! E rotondi!

Sì ma..il sapore?

Assaggio, e..sorpresa!

Sa di riso!

Riso rotondo!

Veramente, se dovessi descrivere il sapore di questo riso, realmente, direi che ha un gusto..rotondo!  Come i chicchi! Un gusto pieno, “rotondo”, che poi “rotondo” è un aggettivo molto in voga tra chef, sedicenti tali, appassionati, dilettanti e varia umanità mangereccia: è un aggettivo che ricorda molto gli algidi someillers e che ci fa sentire molto estimatori, molto gastronomicamente colti, molto competenti.

Però in questo caso il gusto è veramente rotondo! Sembra di mangiare delle biglie, delle piccole biglie! Nel senso che i chicchi non sono pastetta, non si spappolano in bocca, né lo sono già tristissimamente nel piatto, no, mantengono la loro bella consistenza finchè veramente non li si addenta con convizione e li si mastica. Un effetto strano, ma piacevole, molto piacevole!

E il gusto?

Beh, il gusto puro, nudo e crudo, devo dire che è effettivamente di …riso. Mi sforzo di trovare “sentori fruttati o retrogusti mandorlati o di essenza agrumate”, ma devo ammettere che il mio triviale senso del gusto ci sente proprio un gusto di ..riso, ne più, né meno.

Ma bisogna considerare che il gusto è fatto di sensazioni varie,   e che non risiede solo nelle papille gustative ma anche nell'olfatto, nel tatto, nell'udito..no, forse  nell'udito no..e quindi devo anche ammettere che mi è stato abbastanza difficile separare il solo ed incontaminato “gusto” dalla piacevole sensazione tattile di “rotondo” e consistente: in bocca è tutt’uno, e il sapore si sposa con la consistenza, assieme convivono nella bocca e nel loro viaggio verso…la fine, ed assieme vengono assaporati, formando appunto la sensazione finale del gusto e del sapore.

Morale della favola: se è vero che il gusto “puro” non mi pare si discosti dagli altri risi meno nobili, è vero che in bocca la piacevolezza della sensazione data dalla compattezza del chicco si fonde col gusto per dare un sentore piacevolissimo e veramente molto gradevole. E la differenza non la sentite tanto al momento della degustazione del riso Acquerello ma al momento in cui ritornerete ad assaggiare “gli altri” risi: vi sembrerà di mangiare una pappetta scialba senza nerbo né consistenza, con gusto sempre di riso, sì, ma di riso maciullato. E quindi ricomprerete l’Acquerello, come me. Tanto, per il poco riso che purtroppo mangiamo a casa nostra, il portafogli non ne risentirà certo (e la volta che il mio portafogli dovesse veramente risentire per qualche lattina di riso - per quanto un po’ più caro di quello normale - vorrà dire che veramente sono finita sotto un ponte, io e Gabriele, e quindi confiderò nel buon cuore e nella carità dei miei simili, altro che riso Acquerello! Che coi tempi che corrono, non è poi nemmeno così strano a verificarsi…;-  )

Insomma, per concludere, il riso Acquerello mi piace!

Lo mangio in bianco con un cucchiaio a crudo del mio olio preferito, senza formaggio. Quando ho tempo, con qualche verdurina al forno.

E sono contenta!

E provate a dire che è “poco”, a chi è a dieta da più di un mese e si sogna sia un chicco di un qualsivoglia carboidrato , sia una goccia di olio o burro!! (ma cmq lo mangerei in bianco in ogni caso, perché a me piace!)

Ed ecco come si presenta da crudo,  nella sua lattina..





...e da cotto, semplicemente con olio e sale, con i suoi chicchi belli sgranati.