CROSTATA DI FICHI E CREMA DI MANDORLE dell'Araba Felice




Se credete che questa sia una crostata qualunque, scordatevelo.
Se pensate che sia il classico dessert, il dolce di fine pasto, siete fuori strada.
Questa  è una preparazione scelta e selezionata dall'Araba Felice! Poco importa che sia di Martha Stewart, Nigella Lawson,  Gordon Ramsey o altri nomi noti dell'universo culinar-mediatico.
E come tale merita considerazione e rispetto.
Perchè l'Araba, le sue preparazioni, non le sceglie così, a casaccio, alla carlona, alla c...o, per farla breve. No, lei le seleziona con cura, con attenzione, con criterio...con amore, mi viene da dire. Perchè sa che quelle preparazioni da lei segnalate verranno seguite e rifatte da decine, anzi, da centinai, anzi, migliaia, no miliardi di persone, e non le vuole deludere con preparazioni mediocri e raffazzonate: veloci, sì, furbe, sì, ma con gusto, gradevoli, di sicura riuscita.
E' con questo spirito che mi accingo, quindi, a preparare questa crostatina, da me adocchiata da un'annetto, cioè praticamente da quando è stata postata, senza avere mai il tempo o le materie prime per farla, leggi "fichi".
Diciamolo subito, anzi, ridiciamolo, perchè l'ho già detto all'inizio: NON E' una crostata come le altre. Punto. 
Anzi, non è affatto  una crostata. 
Per alcuni semplici motivi. 
Innanzi tutto perchè non è un pasta frolla, ma una pasta brisée, metodo sabbiato, quindi penso che si potrebbe anche chiamare "pasta sablée", ma essendo ignorante non poco in materia, lascio perdere la questione del nome e mi fermo a dire che è una pasta brisée, perchè ci mancano le uova e perchè praticamente non c'è zucchero (o meglio, ce n'è solo mezzo cucchiaino, la stessa dose di sale).
Ma soprattutto, non è una crostata, e non è nemmeno un dolce, perchè...non è dolce.
Infatti:  non è dolce!
Non è dolce il fragrantissimo guscio di pasta briséebarrasablée, ma nemmeno il ripieno, è dolce: una crema frangipane dove lo zucchero praticamente non si sente, ma lascia solamente un leggero retrogusto di dolcezza, un soffio di vento, un sospiro, direi.
Questo dolce (abbiamo ben detto che non è una crostata, no?), anzi, questo non-dolce, diciamo..questa preprazione, io non me la vedo solamente come  un bieco dolce, anzi, me lo vedo  anche servito come sfizio, tagliato magari a quadrottini, con accanto una fettina di dolce prosciutto di parma, o anche da solo, così, tipo finger food da "merenda sinoira" (dal piemontese, "merenda  cenereccia", cioè una merendina che potrebbe anche fare da cena leggera, verso le sei di pomeriggio, con salumi, grissini, aggiughine al verde etc etc), con un calice di spumantino brioso nell'altra (mano). Ma anche come dolce non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi dolci-dolci, così pacchiani, così sfacciatamente....dolci, così stucchevoli, quei dolci faciloni da sagra paesana che al primo boccone ti fanno esclamare" che bontà!", al secondo "che buono!", al terzo "buonino..."  e al quarto "..basta!", e non riesci più a ingollarne altri  dalla nausea; dolci  grezzi, spessi, volgari, come quelle canzonacce  orecchiabili che subito ti piacciono da matti e dopo che le  hai sentite due volte ti fanno vomitare.  Questa crostata no....(lasciatemi dire crostata, solo per indicare che è friabile), lei è diversa, lei è elegante, discreta...ti si avvicina discretamente, quasi sottovoce, di classe, come sono le cose veramente eleganti, si insinua con un boccone e non ti fa urlare "al miracolo!", ma ti prende per mano e ti conduce verso un altro boccone, poi un altro, poi un altro, finchè....non è finita! E solo allora ti accorgi di quanto è buona. E bella. Già solo la sinfonia di colori data dai fichi cotti e la pasta leggermente colorita, che ricordano le foglie degli alberi a settembre, con quei rossi decadenti e gli ocra da sfondo, fa intuire la sua natura.
Che altro dire?
E' dell'Araba, c'è in effetti altro da dire? ,-)

PS. NOTE TECNICHE: ovviamente, essendo dell'Araba, mai e poi mai potrei io aggiungere qualcosa. Se non che, per il mio forno, forse erano sufficienti trenta/trentacinque minuti, ma lì, si sa, è questione di  forni.
Altra nota. Se proprio vogliamo far sì che si senta la sua natura di dolce, possiamo cospargere la superficie, prima di infornare, con dello zucchero, come si fa con la torta di mele. Accentuerà il contrasto salato (del guscio di pasta) con il dolce e secondo me non dovrebbe venir male neache così-
Terzo, la pasta. Seguite, seguite i consigli dell'Araba, lavoratela poco poco e non svegliate quell'accidenti di glutine, pena il ritrovarvi una suola gnecca e dura al posto della più fragrante, burrosa, leggera e vellutata pasta brisée (o sablée??) che abbiate mai assaggiato in vita vostra (insieme alla frolla montata con tuorli sodi di Montersino).

Ed ora la ricetta, copiata pari pari (con copia e incolla), dal sito dell'Araba, a cui potrete accedere tramite il link sottostante.





CROSTATA DI FICHI E MANDORLE 
da Living di Martha Stewart
per un dolce di circa 26 cm di diametro


per la crosta

160 g di farina
mezzo cucchiaino di sale
mezzo cucchiano di zucchero
113 g di burro freddo
da 2 a 4 cucchiai di acqua ben fredda

per il ripieno

100 g di mandorle pelate
75 g di zucchero semolato
un uovo intero
40 g di burro morbido
2 cucchiaini di farina
un pizzico di sale
dei fichi maturi, bianchi o neri
poco succo di limone

un altro uovo, solo per spennellare


Mischiare la farina con il sale e lo zucchero, dopodichè se si possiede un'impastatrice amalgamare il burro freddissimo a pezzetti al mix di farina usando la frusta a K finchè il composto si presenterà come tante grosse briciole.
Unire ora, con la frusta in funzione, un cucchiaio d'acqua ghiacciata alla volta, non superando i 4 previsti, e smettere non appena il tutto sta insieme.
Se non si possiede l'impastatrice intridere velocemente il burro nella farina con le mani, possibilmente non troppo calde, e unire l'acqua lavorando il meno possibile: non impastare! Semplicemente ammassare il composto con i palmi, tanto che rimanga insieme, non preoccuparsi se non sarà troppo omogeneo.
Avvolgere la pasta ottenuta nella pellicola e mettere in frigo per almeno 2 ore.
Intanto preparare il ripieno: nel mixer con le lame mettere le mandorle con lo zucchero e frullare finche' si ottiene una polvere fine. Ora unire, sempre nel frullatore, l'uovo, il burro, il sale e la farina. Frullare ancora fino ad avere una pasta della consistenza di una crema.
Riprendere la pasta e stenderla direttamente su carta forno aiutandosi con poca farina fino ad ottenere un cerchio di circa 28 cm di diametro.
Sarà piuttosto sottile.
Versare il ripieno sulla pasta in uno strato non spesso, lasciando circa 2 cm dal bordo liberi e sistemarvi i fichi precedentemente lavati, tagliati a fette e conditi con poco succo di limone.




Ripiegare ora i bordi sul ripieno premendo leggermente, e spennellare il bordo con poco uovo battuto.



Con delicatezza trasferire la torta con tutta la carta su una teglia abbastanza grande per contenerla, io il retro di una placca da forno.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per la prima mezz'ora, quindi abbassare a 170 e prolungare la cottura di circa un quarto d'ora, controllando che la pasta si colori per bene.
Far raffreddare a temperatura ambiente prima di servire.

NOTE:

nonostante la pasta molto sottile il dolce si taglia in fette perfette, purchè si abbia l'accortezza di farlo raffreddare.

- la pasta è friabilissima, una meraviglia. Lavorarla troppo comprometterebbe questa caratteristica.

- come tutte le crostate e' migliore il giorno stesso in cui e' preparata. Il giorno dopo è comunque buonissima, seppur leggermente più morbida.