PESCHE COTTE CON CACAO E AMARETTI





Chi legge questo blog sa che non amo le "ricette della nonna".
Così come detesto la crostata della mamma, la torta della zia,  le lasagne del parroco  e i cappelli della vicina.
E questa mia avversione non deriva tanto dalla ricette di per se stesse, magari innocue, inoffensive ed a volte pure buone. No, no. La mia avversione deriva dal concetto a cui ci si vuole agganciare aggiungendo le due magiche paroline "della nonna".  Si vuole evocare uno spirito ingenuo, bucolico, rifarsi ai "sani sapori di una volta", ad un clima da Mulino Bianco che tutto santifica a tutto fa sembrare bello&buono&sano, al confronto con le odiose preparazioni moderne di oggigiorno, epoca di preconfezionati, di cibi artefatti di clima da schifo e gente ancora peggio.   E certo, per quanto riguarda il mondo attuale, certo non posso dare loro torto, in quanto a qualità della vita, polveri sottili, cibi con pesticidi e via discorrendo. Ma sta di fatto che  questa nostra epoca, in un modo o nell'altro, bene o male, dà da mangiare a molti. Non a tuttti, certo, altrimenti  "molti" non si imbarcherebbero su delle carrette fatiscenti cercando di raggiungere il nostro vecchio Continente, ma a tanti, sì. E sicuramente a più persone di quante potevano godere di un pasto caldo tutti i giorni ai tempi delle nostre nonne, tempi che, non dimentichiamolo, hanno generato due guerre mondiali, stermini, carestie, genocidi  ed altre bazzecole di questo tipo: minuzie,  in confronto ai terribili  OGM ed ai nefasti pesticidi nei pomodori!
A farla breve: il mondo delle nostre nonne, primo non c'è più, e inoltre,  anche quando c'era,  non è che fosse tutta 'sta meraviglia come lo vediamo oggi. 
Oltretutto, per me,  a levare quell'aura magica alle paroline "della nonna" e al mondo che evocano,  si aggiunge un dettaglio personale non trascurabile e che rafforza questa mio modo di pensare: mia nonna cucinava male. Cioè, non proprio da schifo, ma lei,  con la cucina,  aveva ben poco a che spartire, come d'altronde sua figlia, alias mia madre, per mia disgrazia. Certo,  anche lei cucinava, ma più che cucinare dovrei dire che cuoceva.  E le sue preparazioni non erano certo un tripudio dei gusti e dei sensi, ma restavano nel campo della norma e della quotidianità. 
Ciononostante, ci sono alcune sue ricette che ricordo con vero piacere e contentezza,   di piatti che da piccola gustavo con piacere e con vera delizia e che sono rimaste impresse nella mia mente ...in senso positivo!
Uno di questi piatti sono queste pesche al cacao e amaretti.
Un piatto tipico piemontese, certo, però diverso dalla classiche pesche ripiene; sempre pesche con cacao e  amaretti, sì, ma molto più semplici e, per me, saporite, di sicuro non tanto per una particolare abilità di mia nonna ma anzi proprio per la sia indifferenza quando non avversione per la cucina, tradotta in una tendenza a fare tutto alla svelta e senta tanti sbattimenti.
Da questa caratteristica di nonna Ketty, sono nate queste pesche. Molto, molto più gustose delle pesche ripiene. Qui, la morbida crema a base di amaretti sbriciolati, cacao, zucchero ed il succo rilasciato dai pezzi di pesca, si fondono in una sinfonia unica di sapori avvolgenti e gustosi, trasformando un piatto semplice e velocissimo in quello che oggi  chiameremmo un "dolce al cucchiaio" squisito e saporitissimo. Ed il tutto nato dalla mente di una nonna per nulla cuoca provetta e dalla sua -ehm- "tendenza" a velocizzare le ricette di cucina. 
E d'altronde lo dice anche De Andrè: "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior"


N.B.: spiegazione doverosa in loving memory di mia nonna Ketty: lo so che il paragone della seconda parte della strofa è infelicissimo, ma è solo per dimostrare che a volte, da persone o cose lontane le mille miglia da un certo argomento -nel caso di mia nonna da cucina e fornelli - nascono meraviglie inaspettate. 
So anche che voi avrete di certo subito capito e compreso immediatamente il paragone, ma questa precisazione l'ho fatta più che altro  perchè,  in coscienza,  sentivo di doverla fare, per me e per rispetto verso mia nonna Caterina, alias Nonna Ketty da Narzole, Cuneo ;-)

Ciao Nonna, e grazie per le tue buonissime pesche al cacao!








PESCHE COTTE AL CACAO E AMARETTI


Ingredienti per 4 persone:

mezzo chilo di pesche
80 gr di zucchero (circa 4 cucchiai)
80 gr di amaretti 
10 gr di cacao amaro (due cucchiaini colmi circa)
1 cucchiaio di Marsala dolce (facoltativo)

Esecuzione
Pelate le peste e tagliatele a pezzi (dei quadrati di circa 2 cm di lato).
Sbriciolate grossolanamente gli amaretti con le mani, senza ridurli in polvere.
Mettete le pesche  in una pentola con lo zucchero e fatele cuocere per circa 5 minuti, durante i quali rilasceranno il loro succo, dopodichè aggiungete il cacao, facendolo sciogliere nel succo delle pesche, e gli amaretti, precedentemente sbriciolati grossolanamente con le mani senza ridurli in polvere. Aggiungete anche, se volete, il cucchiaio di Marsala dolce e fate ancora cuocere per 5 minuti o fino a quando il sughetto di sarà leggermente anddensato  ma sarà ancora abbastanza "liquido": raffreddandosi, infatti, si addenserà ulteriormente grazie allo zucchero presente.
Il modo migliore per gustare queste pesche è, per me, di servirle leggermente tiepide, o  dopo averle fatte raffreddare a temperatura ambiente per un paio di ore. 
Se invece le volete servire come un fresco dolce al cucchiaio, ponetele in frigo e servitele con un ciuffo di panna leggermente montata poco zuccherata.