QUASI UN “FESTIVO”: liberamente ispirato al Gâteau Concorde di Gaston Lenôtre
Se siete di Torino e se, come me, avete ormai alcune decadi sulle spalle, forse allora anche voi ricorderete che, sin da quando eravate bambini, la festa non era tale se a casa non c’era un dolce particolare: il Festivo. Il Festivo di Pfatisch. Il rito prevedeva di andarlo a comprare la mattina stessa del giorno di festa , incombenza in genere affidata ai nonni o al capofamiglia, in quel gioiello dagli interni in boiserie e trasudante autentica aria sabauda da ogni singolo anfratto – dai pavimenti in parquet per finire con l’imponente cassa d’epoca ancora esposta in bella mostra – che è la pasticceria storica Pfatisch, dagli albori del 1900 sempre nella stessa sede, in Via Sacchi, di fronte alla stazione di Porta Nuova. E quando arrivava il Festivo a casa, allora era davvero festa. Era di nuovo amici, parenti, voglia di stare assieme, un’atmosfera magica, quasi natalizia, che solo il Festivo era in grado di regalare. Non solo per la sua inarrivabile bontà, con quella magica combinaz