TORTA ALLE MANDORLE E FARINA DI MAIS
Come più volte detto in questo blog, a me le torte "da forno" piacciono. Molto.
Mi faccio persin ridere a dire torte "da forno" o "da credenza" e tirarmela da saputa, mentre solo fino a pochi anni fa, le sopracitate torte da forno erano le sole che conoscessi (e che mangiassi), in ambito casalingo.
Ancora non c'era il boom del cibo e della pasticceria, Montersino era ancora un semplice pasticciere che si faceva i fatti suoi, alias preparare dolci nel suo laboratorio, immagino, e nessuno di noi aveva frequentato alcun corso per dilettanti in pasticceria e compagnia bella.
E nelle nostre cucine, le nostre morbide tortone imperavano tra tutte. Anzi, più precisamente imperavano da sole, perchè erano le uniche che preparassimo, o almeno io.
Poi è venuto Montersino.
E ci ha cambiato la vita.
Abbiamo visto quanto possa essere (relativamente) semplice ottenere in casa una torta "bella", quasi "da pasticceria", e soprattutto abbiamo scoperto quanto possa essere gratificante dire "l'ho fatto io" e vedere la sorpresa e lo stupore negli occhi di amici e parenti.
Questo però fino a poco tempo fa.
Ora infatti succede che siamo tutti bravi, siamo tutti pasticcieri, abbiamo frequentato corsi, letto libri, comprato tomi su tomi, buttato quintali di impasti di prova, vagonate di panna per apprendere l'uso del sac à poche, o più umilmente sacca da pasticciere, sprecato dozzine di uova, ma siamo diventati tutti mediamente bravi.
Mediamente pasticcieri.
Mediamente abili.
Non ci stupiamo più delle creazioni della padrona di casa, che si presenta con una Saint Honorè e ci dice fieramente "L'ho fatta io!!" nè di una crostata che sembra uscita dritta dritta dalle mani del pasticciere più esperto mentre invece è preparata dalla solita padrona di casa: ormai sappiamo che che con un po' di impegno, qualche corso e un po' di abilità manuale, possiamo farcela anche noi.
Diciamo che, forse, cominciamo a stufarci di fare cose solo per postarle e stupire gli amici. Torte immense, con litri di panna, ettolitri di crema pasticciera, farcite con bignè, creme, frutta...quelle torte che tempo fa ci potevamo permettere solo una volta ogni tanto, quando era festa, e che invece ora prepariamo come se fossero patate!
E abbiamo perso la magia.
Il rito.
Certo, siamo gratificati, ma anche ..abituati, scafati, smaliziati.
E allora?
E allora, è meglio a volte ritornare alle origini.
Ai dolci semplici, caldi, morbidi, che puoi anche mangiare uno o due giorni dopo senza il rischio che la panna e le creme camminino da soli o si trasformino in una brodazza maleodorante.
Le torte casalinghe, ecco.
Come questa torta con mandorle e farina di mais.
Morbida, leggera grazie alla farina di mandorle, e leggremente croccante grazie alla farina di mais.
Semplice, ma buona e gradevolissima nella sua semplicità.
Perché non siamo tutti pasticcieri, ricordiamocelo;-)
N. B. : l'ispirazione per questa torta l'ho presa da L. e G. Laurendon, ma nelle indicazioni che ho dato nella ricetta, ho cambiato un po' di cose, a seguito della prova assaggio, tanto che non posso più dire sia la loro torta: innanzi tutto il limone: la ricetta prevedeva il succo di un intero limone, che io ho messo: troppo. Sapeva troppo di limone e le mandorle non si sentivano più. HO quindi ridotto ad un solo cucchiaio di succo la dose indicata.
La farina di mais: la ricetta prevedeva solo 120 gr di sola farina di mais. Ma per me è risultata un po' troppo sbriciolosa e croccante, e ho quindi ho indicato metà di farina di frumento.
Ultima cosa: la ricetta raccomanda di servire il dolce quando è ben raffreddato. Chissà perchè, mi sono chiesta. La risposta è stata subito chiara. La farina di mais fa sì che il dolce sia molto, molto morbido, poco "legato". Da caldo, è quasi impossibile tagliarlo, mentre da freddo si taglia tranquillamente a fette. Anche per questo motivo ho indicato metà farina frumento, più glutinosa. Inoltre, la farina di mais fa anche colorire parecchio la torta all'esterno; se cominciasse a scurirsi troppo, copritela con un foglio di carta di alluminio, come ho fatto io.
E ora...non vi resta che provare: non è nulla di speciale, è solo buona!
Ed è anche bella: la farina di mais dà un colore giallo paglierino che appaga anche la vista: non rimane che provarla!
TORTA ALLE MANDORLE E FARINA DI MAIS
60 gr di farina di mais (fioretto, macinata fine)
60 gr di farina di frumento
200 gr mandorle in polvere
200 zucchero
200 di burro salato a temperatura ambiente tagliato a pezzettini
3 uova
la scorza di un limone più un cucchiaio di succo
1/2 bustina di lievito
1 pizzico di sale
Preriscaldare il forno a 180° C:
Lavorare a crema il burro con lo zucchero, con le fruste elettriche o a mano. Appena il burro diventa gonfio, spumoso e chiaro, aggiungere la farina di mandorle in polvere, poi le uova, una a una, mescolando. Aggiungere poi il succo di limone con la scorza grattugiata, poi la farina, il lievito e il sale. Mescolare il tutto e riempire una tortiera da 22 cm di diametro imburrata e infarinata e cuocere per 30/35 minuti, facendo la prova stecchino (se si utilizza uno stampo da plum cake, occorreranno 40/50 minuti).
Sfornare e dopo qualche minuto, togliere dallo stampo.
Lasciare raffreddare completamente il dolce prima di servire (da caldo o tiepido risulta eccessivamente morbido).
Sfornare e dopo qualche minuto, togliere dallo stampo.
Lasciare raffreddare completamente il dolce prima di servire (da caldo o tiepido risulta eccessivamente morbido).